Pubblicato su politicadomani Num 86 - Dicembre 2008

Lavoro
Le imprese in rosa crescono e parlano straniero

L’aumento dell’imprenditoria femminile è costituita da un grandissimo numero di donne immigrate di nazionalità extracomunitaria, specie cinesi, marocchine e nigeriane

di Alessia Centioni

Nell’ultimo anno il tasso di crescita dell’imprenditoria italiana avrebbe registrato lo zero. Ad invertire il trend è stata la nascita di oltre 5.520 imprese femminili che si sono aggiunte al tessuto imprenditoriale italiano, segnando un saldo di crescita positivo tra il 2007 e il 2008.
L’aumento delle imprese dello 0,45% non può dirsi modesto se comparato agli altri indici di crescita nel settore imprenditoriale che, nello stesso periodo, hanno osservato un incremento pari allo zero. Rilevanti sono anche i fattori alla base di tale progresso, come il fatto che sono in maggioranza le donne immigrate quelle che hanno scommesso sull’iniziativa economica, e che le forme giuridiche scelte per inquadrare l’impresa sono più mature di quelle di un tempo.
Un’indagine condotta dall’Osservatorio dell’Imprenditoria femminile e da Unioncamere, sulla base delle rilevazioni del Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, ha rilevato i dati del progresso imprenditoriale femminile in Italia e ha predisposto strutture per “favorire l’accesso delle donne all’imprenditoria, per aumentare concretamente gli spazi delle pari opportunità e dare al Paese un contributo importante di creatività, capacità di sacrificio e competenze - ha dichiarato Andrea Mondello, Presidente di Unioncamere, associazione che nel 1999 ha firmato un protocollo d’intesa con il Ministero dell’Industria, da cui sono nati i Comitati per l’Imprenditoria femminile, destinati a sviluppare ed a valorizzare l’imprenditoria delle donne -. Essa richiede una presenza particolarmente attenta delle istituzioni, perché il suo sviluppo possa trovare risorse e servizi adeguati. Il rapporto su cui stiamo lavorando vuole essere un contributo fattivo per individuare le tipologie e le modalità degli interventi di cui oggi c’è bisogno per sostenere quelle migliaia di donne che ogni anno scommettono sull’impresa per affermarsi”.
L’aumento complessivo dell’imprenditoria femminile conta un grandissimo numero di donne di nazionalità extracomunitaria, infatti delle oltre 5.520 imprese femminili, il 71% è costituito da donne immigrate che vedono tra i primi posti le donne di nazionalità cinese, marocchina e nigeriana.
Le Ucraine e Albanesi hanno fatto registrare il maggior incremento di attività imprenditoriale, pari al 26.8%.
Il settore che vede una presenza femminile superiore al 49,2% , è quello della ristorazione e dei servizi alla persona, segue quello dei servizi alle imprese, (dove la crescita è stata più veloce che negli altri), dei servizi immobiliari, e dell’informatica e ricerca.
Il trend di crescita positiva si registra in tutte le regioni d’Italia fatta eccezione per il Molise, la Basilicata e la Valle d’Aosta. Nel Mezzogiorno i dati sono contraddittori, perché se da un lato l’imprenditoria femminile sembra non riuscire a stare al passo con il tasso di sviluppo delle altre regioni, dall’altro è proprio nel Sud Italia che si registra il maggior numero di imprenditrici. La contraddizione si chiarisce se si consta che il settore preminente di occupazione femminile è rimasto l’agricoltura, settore che sul territorio nazionale conta complessivamente 897.637 imprese. Il centro Italia rimane la zona più accogliente per l’imprenditoria femminile, registrando nell’arco di tempo considerato un aumento di 3.620 imprese. La regione Lazio insieme alla Toscana e alla Lombardia si attestano tra le prime tre regioni per concentrazione di imprese con titolari donna; la stessa tendenza si ha anche in Veneto, Emilia Romagna, Piemonte, Marche, Sardegna e Trentino Alto Adige.
Nel periodo considerato le donne hanno aumentato considerevolmente la loro attività economica, e lo hanno fatto con un maggiore grado di organizzazione rispetto al passato. Nell’ultimo anno le imprese a iniziativa individuale sono diminuite a vantaggio delle società di capitali e dei consorzi.
Proprio quest’ultimo dato, che inquadra le forme giuridiche entro le quali le imprenditrici scelgono di esercitare l’attività economica, rileva l’avanzamento delle donne nella vita economica e nella sua organizzazione. Ciò potrà ripercuotersi anche sul tessuto politico e socia
le per rendere più vicina la tanto attesa rappresentanza femminile.

 

Imprese individuali con titolare donna di nazionalità extracomunitaria

 

Imprese
al 30.06.08

Variazione  %
giu. 07 - giu. 08

Cina

12.152

14,4

Svizzera

5.086

0,3

Marocco

3.725

15,0

Nigeria

2.947

8,4

Serbia e Montenegro

1.313

2,2

Albania

1.286

24,0

Argentina

1.208

-1,1

Brasile

1.167

6,3

Venezuela

1.162

1,5

Ucraina

1.153

26,8

 

 

 

 

 

 

 

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